Serge Noiret, (History Information Specialist – European University Institute) ha recentemente pubblicato sul suo sito Digital & Public History, un interessante articolo in cui sostiene che “La storia digitale ha rimodellato la documentazione dello storico e gli strumenti usati per accedervi, immagazzinarla e trattarla…”. Tuttavia queste innovazioni non sembrano trovare largo spazio di discussione nel mondo accademico italiano. Diversa invece, secondo l’opinione di Nioret, la situazione in ambito internazionale dove “…il terremoto del digital turn ha suscitato molti interrogativi nella professione confrontata globalmente con le incertezze sul futuro di una storiografia con il digitale, tra inquietudine e rigetto.” L’argomentazione dell’autore è supportata da un’ampia ed aggiornata bibliografia di riferimento che prende in considerazione la più ampia area dell’Umanistica digitale (Digital Humanities) all’interno della quale si colloca il settore della Storia digitale. Di rilievo l’osservazione secondo la quale “tutte le problematiche tradizionali del mestiere di storico, dalla delimitazione di un’ipotesi di ricerca alla scoperta, all’accesso e alla gestione dei documenti e delle fonti, fino al conseguimento di un impianto narrativo e, soprattutto, alla comunicazione della storia e dei risultati della ricerca, e, infine all’insegnamento della storia, passano oramai in parte o in toto, attraverso lo schermo del computer: queste pratiche si annidano all’interno della ragnatela.”
L’articolo di Noiret si segnala come un utile riferimento aggiornato sulle problematiche della storia digitale.
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