Jared Diamond nel suo percorso di ricercatore si è occupato di fisiologia, biologia evolutiva e biogeografia. È considerato il massimo esperto mondiale della flora e della fauna della Nuova Guinea. Docente all’Università della California, è membro dell’Accademia Nazionale delle Scienze americana.
Ha ricevuto il Premio Pulitzer per la saggistica nel 1998 per Armi, acciaio e malattie. Breve storia del mondo negli ultimi tredicimila anni. Sempre con Einaudi ha pubblicato Collasso. Come le società scelgono di morire o vivere (2005), Il mondo fino a ieri. Che cosa possiamo imparare dalle società tradizionali? (2013) e Da te solo a tutto il mondo. Un ornitologo osserva le società umane (2015).
Sto leggendo, in questo tempo di pausa estiva, l’ultimo libro di questo autore, pubblicato per Einaudi nel 2019, dal titolo Crisi. Come rinascono le nazioni. Diamond è già da tempo noto al pubblico, in particolare per il volume Armi, acciaio e malattie, una sintesi magistrale, come recita il sottotitolo, di storia generale del mondo negli ultimi tredicimila anni.
In questo ultimo lavoro affronta il concetto di crisi inteso “come un momento di verità, un punto di svolta in cui la differenza fra la realtà che precede quel momento e la realtà che lo segue è molto più marcata che nella maggior parte degli altri momenti.” (pag. XIX) e lo fa usando un metodo comparativo e narrativo, esplorando alcune grandi trasformazioni che hanno interessato sette nazioni in epoca moderna. Di questa analisi di tipo storico mi occuperò nella seconda parte di questo intervento. In questa prima parte vorrei invece riprendere un altro aspetto dell’argomentazione di Diamond che colpisce per la sua originalità.