IL PROCESSO DI COSTRUZIONE STORICA
Introduzione
In questo post iniziamo il corso vero e proprio. Affronteremo il tema del processo di costruzione della conoscenza storica, immaginando di seguire uno studioso nel suo percorso di ricerca.
Scopriremo il condizionamento su di lui esercitato dal suo rapporto con il presente e dalla rete di operatori cognitivi che influenza l’attività conoscitiva.
La costituzione del fatto storico, l’unità di analisi della storiografia, è la prima operazione messa in atto dallo storico che ci farà comprendere la differenza tra passato e conoscenza storica. Scopriremo altresì il movimento circolare di scambio che esiste tra passato e conoscenza storiografica.
Conosceremo infine gli elementi cardine che rendono possibile una tensione conoscitiva di tipo storiografico verso il passato, imparando a distinguere tra senso del passato e senso storico.
Il testo è a cura di Ivo Mattozzi
Buona lettura.
- Il processo di costruzione della conoscenza storica
Come si costruisce una conoscenza storica? Come si svolge la ricerca storica che è all’origine di essa? Immaginiamo di seguire uno studioso ideale nello svolgimento di una ricerca. Potremo delineare uno schema dei processi mentali dello studioso in modo da mettere in evidenza ad ogni articolazione della ricerca lo schema procedurale che egli deve seguire e le operazioni cognitive che deve attivare per costruire una conoscenza storica. Lo schema eliminerà di proposito gli accidenti e le difficoltà del percorso conoscitivo e ridurrà gli andirivieni effettivi della mente dello storico in un itinerario lineare. Inoltre metterà in evidenza passaggi che nella ricerca effettiva si svolgerebbero tacitamente e automaticamente.
Il nostro studioso è un uomo che forma la sua personalità nel presente. Nel presente ha esperienze esistenziali, di relazioni sociali, letture di vario genere (non solo storiche, ma anche letterarie, o di altre scienze…) e da esse ricava un insieme di conoscenze e di schemi di conoscenza che precedono, accompagnano, influenzano – man mano che si arricchiscono e si modificano – lo svolgimento della ricerca. Di tale insieme fanno parte visioni della vita, concetti interpretativi, teorie, ideologie, valori, informazioni molteplici ed eterogenee: sono le conoscenze extra fonti o preconoscenze che interferiscono con le attività conoscitive. Ma lo studioso è anche dotato di una rete di operatori cognitivi appropriata per svolgere ricostruzioni del passato. Di tale attrezzatura fa parte il concetto operatorio di passato che lo porta a pensare il passato come un aspetto della realtà, che è conoscibile in maniera tale che la sua conoscenza possa contribuire al dominio intellettuale del mondo presente e al controllo dei mutamenti futuri. Ma il concetto lo induce anche ad essere consapevole che egli non potrà ripristinare la realtà del passato, ma solo rappresentarla in un qualche modello d’intelligenza. Tale rappresentazione meriterà l’appellativo di storia a condizione che sia prodotta secondo i procedimenti ammessi in quel presente dagli specialisti della storiografia. Nella ricerca storica si stabilisce, dunque, un rapporto tra presente e passato e lo scopo è la costruzione di un fatto storico come referente e oggetto dell’analisi e come base della problematizzazione e della spiegazione.
2. Il fatto storico come referente da costruire
Le operazioni conoscitive storiografiche avvengono in primo luogo allo scopo di costituire un referente, il fatto storico, che non sarebbe altrimenti disponibile per l’analisi, per la problematizzazione e per la spiegazione. Dunque il fatto storico è l’unità di analisi della storiografia. Per questo motivo il rapporto tra attività conoscitiva storiografica e oggetto della conoscenza è diverso dal rapporto che lega le altre discipline ai propri oggetti di conoscenza: ad esempio, nelle scienze fisiche la realtà naturale è compresente con l’osservatore che la studia, esiste mentre esiste l’osservatore. Perciò essa può darsi contemporaneamente come oggetto e come fonte d’informazione per la conoscenza, mentre il “passato” è conoscibile solo mediante la trasformazione delle tracce da esso lasciate in fonti di informazioni. La sola realtà del passato con la quale ha a che fare lo studioso del passato è la realtà delle tracce: a lui manca in ogni caso la possibilità di controllare la sua rappresentazione con la realtà dei fatti.
Deriva da ciò un’evidente differenza tra “passato” e “conoscenza storica”: la storia non è il passato, ancor meno è tutto il passato. La conoscenza storica è solo una rappresentazione plausibile che in un certo presente è stata elaborata di qualche fatto o aspetto del passato. “Conoscere il passato” vuol dire in fase di attività storiografica elaborare qualche rappresentazione di esso, in fase di studio vuol dire conoscere rappresentazioni già elaborate di fatti storici. La conoscenza di un fatto storico influisce sul modo di conoscere il presente perciò nel processo di costruzione della conoscenza è attivo anche il rapporto passato-presente.
3. Passato e presente
La inesistenza del referente origina un singolare rapporto tra presente e passato a livello di conoscenza. Nel presente sono elaborati gli schemi, le motivazioni, gli strumenti per la conoscenza del passato, ma il passato una volta conosciuto entra a far parte del presente e lo modifica in quanto modifica l’universo delle conoscenze disponibili e alcuni dei dati che costituiscono schemi e motivazioni. A sua volta il concetto di passato come oggetto di conoscenza si modifica grazie anche ai risultati dell’attività storiografica.
La concettualizzazione del passato è influenzata dai risultati dell’attività storiografica. Ci sono solidarietà e circolarità tra concetto di passato e conoscenza storiografica: come muta la concettualizzazione di passato, muta la concezione della storiografia e, viceversa, come muta il modo di fare storia e la conoscenza che ne deriva, muta il modo di concepire il passato.
Conoscere il passato significa essere in grado di costruire degli schemi del mondo d’altri tempi, schemi che sono espressi con un codice adeguato nei nostri scritti o proiettati nel nostro cervello e la potenza dell’uomo è funzione della fedeltà di questi schemi. Come vengono elaborati questi ultimi? Esclusivamente tramite l’analisi dei messaggi provenienti da tracce lasciate dagli avvenimenti
Generalmente, in contesto storiografico, quando diciamo “passato storico” intendiamo i fatti accaduti in un tempo lontano che si è completamente separato dal presente. Ma in effetti oggi è rivendicata la possibilità di storicizzare anche il passato più vicino, quello che non è ancora separato dal presente e di farne la storia immediata.
4. I cinque cardini del concetto operatorio di passato
Tutti i gruppi umani hanno avuto un passato, non fosse che quello dell’ominazione, ma solo pochi di loro hanno sviluppato l’attività storiografica come modo di conoscenza del passato. Ad es., in un territorio come quello dell’India dove civiltà molteplici si sono susseguite e sovrapposte, “il passato era ancora del tutto dimenticato ancora un secolo e mezzo fa” (Dumont, 1986).
La condizione che rende possibile una tensione conoscitiva di tipo storiografico verso il passato è che si concepisca una certa idea del passato che ruota su cinque cardini:
1) bisogna credere alla realtà del passato;
2) ci deve essere la fiducia che esso sia conoscibile in modo degno di credibilità;
3) il passato deve apparire come seguito di mutamenti interessanti;
4) la convinzione che ci sono nessi solidali tra il passato ed il presente;
5) la ricostruzione del passato deve apparire come utile sul piano cognitivo.
Cominciamo, dunque, il nostro ragionamento cercando di definire come si specificano i cinque elementi costitutivi del concetto operatorio di passato:
- La credenza nella realtà del passato implica pensare che “quanto è accaduto una volta è esistito, ha avuto un suo luogo e una sua data, proprio come esiste l’avvenimento che adesso si ha sotto gli occhi. Ciò significa che in nessun modo è permesso trattare ciò che è accaduto come fosse fittizio o irreale, che la non attualità di ciò che ha avuto luogo non può in alcun modo venire identificata con una sua non realtà” (Chatelet, 1985: 19).
- Ci deve essere la fiducia che esso sia conoscibile in modo degno di credibilità mediante procedimenti mentali e mediante pratiche che seguono collaudate procedure metodologiche. La realtà del passato è stata ma non è più, tuttavia essa può essere rappresentata grazie a un processo di costruzione di conoscenza basata sul lavoro di elaborazione delle tracce del passato e dirette alla ricostruzione e all’analisi di un fatto storico.
- C’è un’altra condizione essenziale: che si sappia vedere il passato come seguito di mutamenti interessanti. Quando prevale, invece, l’idea che tutto si sia svolto in modo ripetitivo allora non si riesce a concepire che l’attività di ricostruzione del passato possa essere interessante.
- L’altro elemento che caratterizza il concetto di passato motivante alla storiografia è la convinzione che ci sono nessi solidali tra il passato ed il presente:
-
- in quanto il seguito degli accadimenti, dei fatti, dei processi è matrice del presente;
- in quanto il passato si prolunga nel presente e ne è una sua parte costitutiva in varie forme e modalità;
- in quanto l’analisi di fatti storici provvede di paradigmi sulla base dei quali si possono analizzare fatti del presente. Sicché dal passato provengono forze che agiscono nel presente in modo da esserne parte costitutiva (nella sfera della mentalità, nell’assetto del territorio, nella continuità delle tradizioni, nella durata delle istituzioni…) e il passato attraverso il presente contribuisce anche alla costituzione dei “mondi futuri”.
- La ricostruzione del passato deve apparire come utile sul piano cognitivo e ci deve essere la convinzione che il significato e l’importanza sono conferiti ai fatti del passato dall’attività conoscitiva. Perciò può essere interessante anche il passato di popoli a cui non si appartiene, poiché la sua rappresentazione può contenere significati importanti anche per il presente di popoli estranei a quel passato. La storia locale può essere interessante anche se non si vive nei luoghi ai quali essa si riferisce, la storia a scala mondiale può dare modelli utili altrettanto di quelli che fornisce la storia a scala nazionale o macroregionale.
5. Dal presente al passato
Che cosa c’è all’origine del processo di costruzione della conoscenza storica? C’è una tensione conoscitiva che porta lo storico a proiettarsi verso il passato ma dal presente e col bagaglio delle sue preconoscenze e dei suoi operatori cognitivi. Il movimento della mente è dal presente verso il passato. Una volta compiuto il suo itinerario conoscitivo, lo storico si arricchisce e arricchisce gli altri di nuovi strumenti e modelli concettuali per interpretare il presente. Dunque lo schema del movimento intellettuale dello studio del passato è:
PRESENTE > PRECONOSCENZE > TENSIONE VERSO LO STUDIO DEL PASSATO > COSTRUZIONE DELLA CONOSCENZA STORICA > PRESENTE > FUTURO
dove il movimento non è circolare ma a spirale, ed ogni volta che si torna al presente esso può apparire diverso da come appariva prima di una nuova conoscenza del passato. Allo stesso modo un nuovo itinerario conoscitivo verso il passato ha ormai nuovi punti di partenza che potranno portare a modificare le precedenti conoscenze del passato. E’ anche da questo movimento che origina la suscettibilità di ogni conoscenza storiografica ad essere revisionata.
Ma il rapporto presente/passato è continuamente attivo durante la ricerca in quanto per lo storico le informazioni da elaborare provengono dal passato ma i mezzi di elaborazione, cioè l’apparato cognitivo, le conoscenze extra fonti, gli schemi cognitivi, le abilità pratiche sono formati nel presente. Egli porta il presente dentro di lui ed il presente è una componente importante della sua personalità. “Così fondata sulla frattura tra un passato, che è suo oggetto, e un presente, che è il luogo della sua pratica, la storia non cessa di ritrovare il presente nel suo oggetto e il passato nella sua pratica” (De Certeau, 1977: 48).
6. Il passato come serie di accadimenti
C’è un’immagine del passato che ha una corrispondenza privilegiata con la conoscenza storiografica. Non concepiamo il passato come un massa caotica di fatti. La massa si presenta, alla mente, organizzata in qualche modo, secondo qualche immagine mentale. Sebbene ciò che sappiamo del passato non possa mai costituire un tutto integrato, pure lo disponiamo in raggruppamenti organizzati, di estensione maggiore o minore, in modo da creare configurazioni seriali. L’osservazione singola assume il carattere di un “fatto” solo quando può essere messa in relazione con altre analoghe osservazioni, in modo che l’intera serie abbia un senso.
Quale è la concezione del passato più confacente con la ricostruzione storiografica? E’ quella seriale, è quella che ci fa vedere anche il nostro passato come tante, innumerevoli serie di accadimenti, di mutamenti tra le quali si possono individuare delle relazioni. Il passato si forma così in stretta simbiosi col concetto operatorio di successione. Grazie a ciò, immaginiamo che gli accadimenti siano disposti in una sequela che corrisponde alla idea di storia come concatenazione di vicende… Cioè pensiamo il passato sotto forma di storia… A formare questa immagine ci spinge sia la ricostruzione storica sia il racconto quotidiano.
7. Senso del passato
Il concetto di passato come operatore cognitivo non coincide con quello che chiamiamo senso del passato. Il primo rivendica e dà l’accesso all’attività di conoscenza analitica. Il senso del passato fa attribuire valore (estetico, morale, ideologico, religioso…) al passato e alla solidarietà tra passato/presente/futuro, ma non pretende un’attività storiografica analitica. Esso può appagarsi con l’erudizione, con le nozioni disparate, con la trasmissione di tradizioni, con la sopravvivenza e la difesa di aspetti, reliquie, monumenti del passato, con le riesumazioni folkloriche.
Sia il senso del passato sia il concetto operatorio generano normalmente un senso di rispetto del passato e possono spingere alla difesa di ciò che resta del passato. Ma mentre il concetto operatorio di passato stimola a rimettere in discussioni le rappresentazioni del passato, al contrario il senso del passato può far desiderare la conservazione di una rappresentazione del passato gradita, e perciò può bloccare la formazione del concetto operatorio, poiché fa prevalere l’affezione ad una rappresentazione del passato che non si desidera mutare. Il concetto operatorio, invece, costruisce il senso storico che induce a pensare alle rappresentazioni del passato come revisionabili e ai fatti del passato come relativi ai contesti nei quali accaddero. Il senso del passato fa stabilire fra presente e passato un rapporto piuttosto affettivo che cognitivo.
8. Il passato come oggetto di conoscenza
I libri di metodologia non prendono in esame il concetto di passato come concetto base dell’attività storiografica. Ma esso ne è la matrice e vi è implicato in quattro modalità diverse ma connesse.
La prima e preliminare è il passato come oggetto della conoscenza.
Col termine passato intendiamo in genere la massa numerosissima ma non infinita degli accadimenti, dei fatti e dei processi già accaduti e resi noti da una qualunque attività conoscitiva e trasmissiva: “conoscere il passato” vuol dire in genere conoscere fatti e processi già resi noti.
In rapporto con le concezioni storiografiche attuali, però, col termine passato dobbiamo intendere la massa sterminata dei fatti e dei processi già accaduti, noti e ignoti, che possono diventare oggetto di un’attività conoscitiva disciplinata di tipo storiografico. Questa definizione ha conseguenze importanti sul rapporto tra attività conoscitiva e oggetto e sul rapporto tra presente e passato.
I fatti e i processi che sono oggetto della rappresentazione storiografica hanno avuto realtà in un tempo diverso dal presente in cui si svolge l’attività di conoscenza. La realtà esistita nel passato, non esiste nel presente se non segnalata da tracce, reliquie oppure da sopravvivenze, che però sono diventate parti costitutive del mondo presente.
Il presente viene concepito come coesistenza di passati di diversa profondità e durata, il passato come sopravvivenza e durata che invade e configura il presente e che si prolungherà nel futuro. Molti aspetti del passato sopravvivono nel presente e sopravvivranno ancora nel futuro combinandosi con ciò che man mano nuovi presenti generano.
Di conseguenza la storiografia produce rappresentazioni di una realtà la quale non può mai diventare termine di paragone dell’adeguatezza delle rappresentazioni prodotte. La storiografia non può darci ciò che promettevano gli storici dell’Ottocento: “resurrezioni integrali del passato” (come sperava J. Michelet) o non può “riportare alla luce il passato”.
Le altre tre modalità con le quali il concetto di passato agisce verso la tensione ad attivare un processo di costruzione della conoscenza sono: 2) il passato in quanto operatore cognitivo; 3) in quanto serie di accadimenti; 4) in quanto senso del passato.
9. Senso storico
Parte integrante del concetto operatorio di passato è il senso storico che si manifesta quando si è consapevoli che un fatto, un processo, un personaggio, un aspetto si possono conoscere, comprendere, spiegare, valutare solo se inclusi nella rappresentazione del contesto e della serie ai quali appartengono. Ma una proprietà del senso storico è quella dell’incertezza della conoscenza che noi riusciamo a produrre e della conseguente possibilità di revisione di essa. L’incertezza “sarà a priori tanto maggiore quanto più lontano s’intenda risalire il passato perché le imprecisioni relative alle catene degli avvenimenti si sommano: […] La perdita di informazioni è funzione di molti avvenimenti intermedi, ossia dell’importanza delle catene di avvenimenti che ci separano dall’avvenimento causale che noi desideriamo raggiungere.” (Ducrocq, 1971: 22-23).
Il senso storico e il concetto operatorio di passato sono quindi necessari a innescare la tensione a mettere in atto un processo di costruzione della conoscenza storica.
SUGGERIMENTI BIBLIOGRAFICI E SITOGRAFICI
Certeau M. de, (1977) La scrittura della storia, Roma, Il Pensiero Scientifico
Una successiva edizione 2006 Jacabook è disponibile e consultabile sul sito Google Libri Vai al sito
Chatelet F., (1985), La nascita della storia. La formazione del pensiero storico in Grecia., Bari, Dedalo
Il libro è disponibile 2006 Jacabook è disponibile e consultabile sul sito Google Libri
Dumont L., (1986) La civiltà indiana e noi, Milano, Adelphi
Ducrocq A., (1971) La scienza alla scoperta del passato, Bologna, Cappelli
Maggio 3, 2020 at 15:43
Vedo con grande piacere che sono messi a disposizione i testi costruiti in modo ipertestuale per il DVD Insegnare storia. Ho riletto con grande interesse le due puntate iniziali.
La sequenza lineare della pubblicazione agevolerà la consultazione e la valutazione dei testi e degli argomenti che vi sono sviluppati sul metodo storico.
Mi pare che le idee sul rapporto tra concetto di passato e costruzione della conoscenza storica siano esposte in modo valido.
Però, nei testi assemblati linearmente è più facile cogliere certe ripetizioni che erano il frutto della segmentazione con cui si costruivano i brevi testi in modo ipertestuale.
Faccio riferimento al fatto che si leggono in sintesi le idee esposte distesamente nel paragrafo “Il passato come oggetto di conoscenza”
Grazie per rimettere in circolo l’esito di un lavoro collettivo di un gruppo di insegnanti e ricercatori in didattica della storia di Clio ’92..