CALENDARIO CIVILE
Con questo post iniziamo una nuova rubrica dedicata al calendario civile. Il tema non è nuovo e si ripropone tutte le volte che qualche ricorrenza non condivisa fa discutere l’opinione pubblica.
In questa settimana abbiamo ricordato due date particolarmente significative della memoria e della storia italiana, il 25 aprile, festa della Liberazione italiana dall’oppressione nazi-fascista e il 1° maggio festa dei lavoratori. Ma ce ne saranno tante altre nel corso dell’anno da porre in evidenza, diventano sempre più numerose e rappresentano una sorta di mosaico della memoria laica, individuale e collettiva che si affianca ad altri calendari, come ad esempio quelli religiosi. Con questi ultimi non c’è contrapposizione, piuttosto con un calendario civile si vuole affermare, in modo autonomo, l’esistenza di un ciclo di ricorrenze laiche rispetto a quelle religiose. Tali date segnano la memoria di una comunità ristretta, di un popolo, di un continente o anche dell’intero pianeta e sono destinate a rimenere impresse nella memoria collettiva anche se non necessariamente condivise.
Ma come si scelgono le festività di un calendario civile? E soprattutto chi le sceglie?
Le due domande ci portano a considerare il carattere arbitrario e quindi divisivo nella scelta delle festività laiche, che segnano talvolta differenze e anche contrasti di opinioni e di sentimenti. ma anche il fatto che esse sono legate all’interpretazione che la storiografia ci restituisce degli eventi che sono alla base di quelle festività.
E’ un compito difficile quello di comporre un calendario civile e quindi dichiaro sin dall’inizio di questa rubrica che mi affiderò soprattutto a due pubblicazioni che hanno avuto larga fortuna editoriale. Mi riferisco al libro Calendario civile a cura di Alessandro Portelli (2016) e al libro Calendario civile europeo a cura di Angelo Bolaffi e Guido Crainz (2019).
Penso che ragionare con gli studenti sul senso delle festività laiche, provando anche a costruire un calendario civile comune da discutere, pur nel possibile contrasto di opinioni, consenta di appropriarsi di una verità storica, in particolare sulla storia recente, che non è né unica, nè immutabile ma richiede un continuo processo di adeguamento e di aggiornamento con l’aiuto della ricerca storica e naturalmente dello studio della storia.
ISTRUZIONI PER GLI INSEGNANTI E I DOCENTI
Un buon avvio del lavoro didattico ma anche per uno studio personale sul calendario civile potrebbe essere un primo approfondimento sul concetto stesso di calendario.
La voce Calendario dell’enciclopedia Treccani ci può essere di aiuto.
La questione fondamentale del passaggio dal calendario giuliano a quello gregoriano è trattata in un breve intervento dello storico Alessandro Barbero nella trasmissione Superquark disponibile su RAI Play (4.07.2018).
Un aspetto interessante nella storia del cambiamento dei calendari e quindi delle ricorrenze e delle festività è rappresentato dalla trasformazioni del regime politico di un determinato stato. E’ in queste occasioni che si sono spesso verificati importanti cambiamenti nel calendario delle festività. Solo alcuni esempi, tra i più famosi, sui quali riflettere.
Sul nuovo calendario (calendrier) rivoluzionario (o Repubblicano) adottato in Francia dopo la rivoluzione francese a partire dal 22 settembre 1792, si può leggere il post sul sito del Blog di grammatica e cultura francese Francese Facile
Un altro esempio può ritrovarsi nella storia del calendario russo modificato da Lenin nel 1917 ma realmente introdotto nel 1929 e usato fino al 1940.
Anche il fascismo si adoperò per agire sul calendario civile attraverso una particolare una particolare numerazione che avrebbe dovuto fare riferimento al 28 ottobre 1922, giorno della marcia su Roma. Nel 1927 il Gran Consiglio del fascismo “fissò il calendario del fascismo, stabilendo che oltre alle altre festività fossero introdotte quelle del 23 marzo per l’esaltazione e l’affermazione delle forze giovanili, del 21 aprile per la celebrazione delle forze della produzione e del lavoro e del 28 ottobre per la rievocazione e l’esaltazione della marcia su Roma.
Per una ricostruzione più approfondita le pagine di Emilio Gentile, Il culto del littorio, Bari, 1993, pp.89-92.
Per una trattazione più completa del tema del calendario civile, si può consultare sul sito Novecento.org un articolo di Stefano Pivato che ci guida alle origini del concetto e della sua diffusione.
Sul sito dell’editore Donzelli, infine, un’ampia presentazione dei volumi citati in questo post:
Alessandro Portelli (A cura di), Calendario civile. Per una memoria laica, popolare e democratica degli italiani, Roma, Donzelli, 2016
Angelo Bolaffi, Calendario civile europeo, Roma, Donzelli, 2019