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STORIA DIGITALE: SAPERE STORICO E INSEGNAMENTO DELLA STORIA

IL 1° MAGGIO E LA STORIA DEL LAVORO

Aprile 29, 2020
Dalla Redazione

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Tra qualche giorno, il 1° maggio, ricorre la festa del lavoro e dei lavoratori, una ricorrenza da tempo entrata a far parte del calendario civile in un gran numero di Paesi, con alcune importanti eccezioni. Si festeggia il lungo cammino di lotte e di sacrifici per la conquista di alcuni diritti sul lavoro inalienabili, come quelli sanciti dall’art.23 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. 

Tali diritti hanno sicuramente migliorato la condizione dei lavoratori ma  le conquiste realizzate non valgono ancora per tutti, basterebbe pensare ai fenomeni di disoccupazione, alle diverse forme di lavoro nero e di sfruttamento minorile e alla sicurezza sul posto di lavoro. Tanto meno le possiamo considerare valide per sempre, perchè possono essere messe in discussione dalle modificate condizioni economiche e politiche.

Cè anche bisogno di riflettere, in questa giornata, soprattutto con le nuove generazioni, quelle che subentreranno nei prossimi anni ai loro padri,  sulle trasformazioni del lavoro, sulle nuove professioni e quindi anche sui nuovi diritti di cui avranno bisogno i nuovi lavoratori.

Come al solito, a cavallo tra Presente, Passato e Futuro cerchiamo in questo post di fornire utili indicazioni e risorse, digitali e non, per affrontare questo tema in un ambito storico più generale, quello della storia del lavoro.

IL PRESENTE

Quali sono le principali trasformazioni del lavoro in questi ultimi decenni, in un mondo sempre più globalizzato? L’introduzione al volume del sociologo Serafino Negrelli (2013) ci può dare alcune linee di indirizzo sulle quali iniziare a lavorare:

  • Delocalizzazione e processi di ristrutturazione spingono il lavoro manifatturiero verso i nuovi paesi emergenti
  • Il mondo della produzione va perdendo i caratteri che aveva assunto con la rivoluzione fordista
  • Il posto di lavoro fisso, i buoni salari e una certa sicurezza sociale vengono sostituiti in parallelo da forme di lavoro temporaneo, formalmente indipendente, scarsamente protetto e quindi sempre più precarizzato
  • Cambia anche la qualità del lavoro, il vecchio mondo della produzione è sostituito da un mondo del lavoro dove la conoscenza assume un ruolo determinante. Nella cosiddetta economia della conoscenza saper essere creativi diventa più importante del saper fare cose.
  • Questi cambiamenti infine non necessariamente si accompagnano ad un miglioramento dello status di chi lavora.

In conclusione, in questi ultimi decenni, il lavoro sembra essere caratterizzato da una situazione di instabilità e di insicurezza sociale che ci riporta al passato e alle origini di questa festa del 1° maggio.

IL PASSATO

“Chicago. Stati Uniti d’America, 1° maggio 1886. I sindacati organizzano uno sciopero per chiedere ai padroni migliori condizioni di lavoro. In particolare, chiedono misure per adottare la giornata lavorativa di otto ore. All’epoca, gli operai lavoravano in media dieci ore al giorno, sabati compresi, in giornate lavorative normali: quando erano necessari aumenti della produzione, i turni arrivavano a occupare praticamente l’intera giornata del lavoratore…Nelle strade di Chicago, il primo maggio del 1886, si radunano migliaia di lavoratori. Le fonti sono discordi sul numero esatto: c’è chi parla di ventimila presenze, chi ne calcola quarantamila, chi arriva a cinquantamila. Il comizio si tiene sotto una pioggia battente… ”  Segui la cronaca dei fatti nell’articolo di Federico Giannini (2015)

La protesta proseguita nei giorni successivi si concluse con morti e feriti a causa dell’intervento della polizia e successivi processi ai presunti responsabili della protesta, condannati a morte e successivamente riconosciuti innocenti.

“Al fine di ricordare il loro sacrificio, nel 1889 la Seconda Internazionale (riunita a Parigi) decise di istituire, per il primo di maggio, una giornata internazionale per celebrare i lavoratori e per continuare a lottare per ottenere ciò per cui si erano battuti i martiri di Chicago: la giornata lavorativa di otto ore.” (Federico Giannini 2015)

Da quell’anno la festa del  1° maggio è diventata il simbolo delle rivendicazioni operaie, di lavoratori che in quegli anni lottavano per conquistare diritti e condizioni di lavoro migliori. Varcò i confini francesi e, nonostante la risposta repressiva di molti governi, la manifestazione del 1° maggio del 1890 (la prima manifestazione internazionale della storia) registrò un’altissima adesione.

Il 1° maggio in Italia

Dalla fine dell’Ottocento all’avvento del fascismo.

La prima celebrazione del 1° Maggio in Italiasi si ebbe nel 1890 con scioperi e manifestazioni diffuse  nelle principali città del Paese. Da quell’anno il 1° Maggio segnò momenti storici della vita sociale e politica italiana fino all’avvento del fascismo:

Nel 1914 la manifestazione si svolse in concomitanza con le proteste pacifiste contro la prima guerra mondiale.

Nel 1920 il primo maggio si svolge nel pieno delle lotte operaie dell’immediato dopoguerra. (Documento video 1° maggio 1920)


Il Fascismo e la cancellazione della festa del 1° maggio

Durante il fascismo la festa del 1° maggio viene soppressa e sostituita con il  giorno del cosiddetto “Natale di Roma” il 21 aprile. Per una ricostruzione il lavoro di Diego Angelo Bertozzi (2009)

1° maggio 1943 seguiva l’onda degli scioperi contro la dittatura mussoliniana del marzo 1943


Il 1° maggio dopo la Liberazione

1° maggio 1945. Festa del lavoro, festa della Liberazione  dal nazifascismo.

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1° maggio 1947.

Il 1° maggio tornò ad essere festeggiato in Italia, dopo la parentesi fascista, nel 1947 e consegnò alla storia un episodio tragico.

Un primo maggio di sangue: quello della strage di Portella della Ginestra, in Sicilia, nel 1947. Undici persone uccise, altre ventisette ferite sotto i colpi della banda di Salvatore Giuliano. Protagonista assoluto è il “bandito”, Salvatore Giuliano. La sua carriera criminale comincia nel 1943 uccidendo un carabiniere che vuole fermarlo mentre trasporta sacchi di frumento provenienti dal mercato nero. Fugge e comincia a imperversare tra proprietari terrieri, imprenditori, commercianti, sempre imprendibile. Nel 1945, in un difficile dopoguerra, entra a far parte dell’Evis, il braccio armato del movimento indipendentista siciliano che viene, però, sciolto dopo la concessione dell’autonomia alla Sicilia. Giuliano non depone le armi.

La strage di Portella della Ginestra contro i lavoratori che tornano a festeggiare il primo maggio è l’episodio che segna l’apice dell’attività della sua banda. Ma chi sono i mandanti? Quanto c’entrano la mafia e la politica? Domande che, ancora oggi, nonostante le verità processuali, fanno discutere. Anche perché Salvatore Giuliano non sarà mai processato per quella strage, come accade invece per altri uomini della sua banda. Viene, infatti, ucciso tra il 4 e il 5 luglio del 1950.”  La ricostruzione in una puntata della trasmissione RAI Il Tempo e la storia.

Sulla storia del bandito Salvatore Giuliano e sui rapporti tra mafia e politica la puntata Salvatore Giuliano il bandito di Montelepre della trasmissione Passato e Presente. Paolo Mieli ne discute con lo storico Salvatore Lupo.

Maggio ’68 e anni ’70

Il 1° maggio 1968 si svolge alla vigilia i movimenti di lotta studentesca che si svilupparono in Francia e successivamente in europa e in Italia.  La ricostruzione nella trasmissione 1968. Niente come prima. (Disponibile su RAI Play) che inquadra la manifestazione nel contesto storico di quel maggio e del periodo immediatamente successivo.

IL 1° MAGGIO E LE PROSPETTIVE FUTURE DEL LAVORO

La festa del 1° maggio di questo anno 2020, caratterizzato dalla crisi pandemica del COVID – 19 che affligge il mondo intero, impone una riflessione sul tema, nella difficile condizione attuale e nella prospettiva delle trasformazioni future del lavoro.

Un articolo e un dossier dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) ci possono aiutare in un primo percorso di ricerca e approfondimento.

Sulla base di possibili scenari dell’ impatto del COVID-19 sulla crescita del Prodotto Interno Lordo globale, le stime dell’OIL indicano un aumento della disoccupazione globale tra 5,3 milioni (scenario a basso impatto) e 24,7 milioni (scenario ad impatto medio-alto) che si sommerebbe ai 188 milioni di disoccupati del 2019. In confronto, la crisi finanziaria globale del 2008-2009 aveva portato all’incremento della disoccupazione globale di 22 milioni.”  (Dal sito OIL 29 marzo 2020)

Tali stime andranno, con molta probabilità, aggiornate in negativo ma soprattutto occorrerà riflettere sulle nuove strade che il lavoro prenderà nei prossimi decenni.

Alcune osservazioni, corredate da prime ipotesi, ci vengono fornite da articoli di quotidiani specializzati (Leggi l’articolo di Mariella Bussolati, Il futuro del lavoro post-pandemia, Business Insider Italia (30.04.2020)

Ma le riflessioni più aggiornate ed esaurienti ci vengono dagli studiosi. Citiamo come esempio il poderoso lavoro di Domeni De Masi, Il lavoro nel XXI secolo,

IlLavorofuturo

La recensione di Carlo Bordoni sul Corriere.it ce ne anticipa alcuni contenuti.

Il testo rappresenta una sintesi storica che “muovendo dalla Genesi biblica, arriva agli esiti più recenti della pratica postindustriale, passando per le diverse definizioni di lavoro nelle varie epoche e soffermandosi soprattutto sul passaggio dalla società industriale al lavoro immateriale.” (C. Bordoni – Corriere.it 18.06.2018)

Ma nella sua opera “Domenico De Masi non si limita all’evoluzione storica che l’attività produttiva ha compiuto nei secoli: è anche un manifesto appassionato per la liberazione da un lavoro oppressivo, noioso, non appagante e competitivo. Il futuro che preconizza con spirito utopico, di fronte alle difficoltà che la digitalizzazione e la meccanizzazione impongono al mercato occupazionale, è alla luce della creatività e della cooperazione tra gli individui. (C. Bordoni – Corriere.it 18.06.2018)

E’ una prospettiva ottimistica o utopistica quella di Domenico De Masi?

Il tempo ce lo dirà.

Intanto la festa del 1° maggio di questo 2020 passerà nell’incertezza e nel disagio della situazione che tutti stiamo vivendo. Non ci sarà neanche il tradizionale concerto in Piazza San Giovanni a Roma.

Dovremo accontentarci di ascoltare/guardare il concerto dalla poltrona di casa

Concerto2020

Appuntamento a venerdi senza dimenticare i bambini, partendo semmai dalla bella filastrocca di Gianni Rodari

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Dal sito di proposte didattiche Viemaestre

BUON 1° MAGGIO 2020!


ISTRUZIONI PER GLI INSEGNANTI E I DOCENTI

Guida bibliografica e sitografica

Sul tema delle trasformazioni del lavoro nell’età della globalizzazione e più in generale sulla storia del lavoro.

Serafino Negrelli, Le trasformazioni del lavoro: Modelli e tendenze nel capitalismo globale, Bari, Laterza, 2013. E’ disponibile in rete l’introduzione dell’autore che rappresenta un buon punto di partenza per affrontare il tema.

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Stefano Musso, Storia del lavoro in Italia, Venezia, Marsilio, 2011 2° Ed.Agg.

Domenico De Masi, Il lavoro nel XXI secolo, Torino, Einaudi, 2018


Federico Giannini, Alle origini del primo maggio. I martiri di Chicago (e l’incisione di Walter Crane che li celebra). in Finestre sull’arte. Rivista on line .

Nell’articolo un racconto dettagliato degli avvenimenti di  quei giorni e delle rappresentazioni grafiche che volle darne il pittore inglese Walter Crane per ricordare  i martiri di quelle giornate.

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Su canale Youtube di Bonsai TV un breve video sintetizza la storia dell’episodio di Chicago (1886) dal quale prende il via la festa del 1° maggio

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Sul canale Raicultura una galleria di immagini delle manifestazioni del 1° maggio nel mondo dal 1890 al 1968

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Sul canale Rai Cultura una galleria di immagini delle manifestazioni del 1° maggio in Italia dal 1890 al 1968

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Sul sito AAMOD (Archivio audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico) un documento video senza sonoro con le immagini del 1° maggio a Savona. Sul palco, assieme a Errico Malatesta, anche Pasquale Binazzi, Cesare Ravaschio e Antonio Negro

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Sul sito della rivista Marx21.it l’articolo di Diego Angelo Bertozzi, Diego Angelo Bertozzi, Il primo maggio durante il fascismo, Aprile 2012

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Sul sito sito Rai Cultura Storia una puntata della trasmissione Il Tempo e la Storia ricostruisce la storia della strage di Portella della Ginestra del 1 maggio 1947

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Sul sito RAI Play nella puntata Salvatore Giuliano il bandito di Montelepre della trasmissione Passato e Presente Paolo Mieli discute con lo storico Salvatore Lupo.

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Sul sito RAI Play la trasmissione 1968. Niente come prima, sul 1° maggio 1968.

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Proposte didattiche per la scuola primaria sul sito Viemaestre

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