Digital History Blog

STORIA DIGITALE: SAPERE STORICO E INSEGNAMENTO DELLA STORIA

LA RADIO E I GIORNI DELLA LIBERAZIONE

Aprile 24, 2020
Dalla Redazione

radiostoria

Alle 22.10 del 25 aprile 1945 Radio Milano diffondeva l’annuncio che l’Italia del Nord era libera. Lo sforzo e il coraggio di partiti e movimenti antifascisti si traduceva nel progetto di una nazione che voleva voltare pagina. Abbiamo già pubblicato un post sul 25 aprile alcuni giorni fa. Oggi vorremmo parlare di un altro argomento, poco trattato dalla storiografia e ancor meno nella manualistica scolastica e quindi nell’insegnamento: la comunicazione radiofonica.

In quella che fu definita dagli storici una “guerra di liberazione”, il contributo della radio o per meglio dire delle radio libere, nel loro sforzo di accompagnare la lotta di liberazione italiana dal 1943 al 1945, forse non ancora debitamente valutato dagli storici, si rivelò di notevole importanza.

In collaborazione con le forze delle Armate alleate, sbarcate in Sicilia, le emittenti trasmettevano sempre da luoghi diversi, per evitare di essere localizzate e si distribuivano su tutto il territorio italiano, quello via via liberato al Sud e quello ancora occupato dai tedeschi: Radio Palermo, Radio Bari, Radio Napoli, Radio Milano Libera,  Radio Italia Libera per citarne solo alcune. E dovevano anche essere molto temute visto che, per fare solo un esempio, a Roma con un’ordinanza del maresciallo Kesserling si  puniva l’ascolto di radio antitedesche.

Esse svolsero soprattutto una funzione di supporto alla diffusione della propaganda alleata in Italia che si era sviluppata su due temi centrali: l’inevitabilità della sconfitta militare e l’invincibilità delle armate di liberazione.

La propaganda, e quel tanto di informazione libera che che gli americani introdussero in Italia mano a mano che ne liberavano il territori, era strettamente misurata sui valorie gli ideali che ispirarono la loro politica durante la seconda guerra mondiale: la democrazia, la fede nel lavoro e nel progresso, il desiderio di infrangere le barriere dell’isolazionismo, la diffidenza per il comunismo sovietico.” (Monteleone 2005)

L’impegno di diffondere questi” valori dell’americanismo trovò nell’impiego degli strumenti di comunicazione di massa, in particolare la radio, un veicolo di grande successo”.(Monteleone 2005)

Ma quella delle radio libere che parteciparono a questa “guerra delle onde” fu anche un’incredibile esperienza di iniziazione per tanti giovani intellettuali e giornalisti. Ricordiamo solo qualche nome: Alba De Céspedes, Anton Giulio Majano, Giorgio Spini a Radio Bari, Alberto Moravia, Elsa Morante, Francesco Rosi, Antonio Ghirelli, Raffaele La Capria, Giuseppe Patroni Griffi,  a Radio Napoli, Mario Soldati, Guido De Ruggiero a Radio Roma e non mancano esempi nelle radio libere del centro-nord ancora occupato.

Parlare di questo aspetto della storia italiana della comunicazione consente anche una riflessione sul cosa è diventata la radio oggi nella società della comunicazione digitale. La partenza dal presente consente di trovare un pretesto e una motivazione per lo studio del passato.

ISTRUZIONI PER GLI INSEGNANTI E I DOCENTI

Guida bibliografica e sitografica

Franco Monteleone, Storia della radio e della televisione in Italia, Venezia, Marsilio, 4° ed. 2005


Gabriele Balbi, Una storia della storia dei media. Mappa di una disciplina in formazione, in “Problemi dell’informazione” 2-3/2011, pp. 163-192. (formato pdf)

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Giovanni Cordoni, Peppino Ortoleva , Nicoletta Verna, Le onde del futuro. Presente e tendenze della radio in Italia, Milano, Costa & Nolan, 2006


Sul sito Novecento.org un percorso didattico su Il fenomeno delle radio libere in Italia, a cura di Lorella Gallo (Gennaio 2018)

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Lezioni video

Su RAI Play nella trasmissione Passato e Presente Paolo Mieli nella puntata Le radio clandestine nella Resistenza tratta il tema con la professoressa Silvia Salvatici

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Su RAI Play nella trasmissione Passato e Presente Paolo Mieli nella puntata Le radio dell’Italia liberata tratta il tema con la professoressa Silvia Salvatici

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